Promuovere la cultura della qualità

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PAOLO PEGORARO |

di PAOLO PEGORARO

Crescere, fare sempre di più e farlo sempre meglio:

questa convinzione di sant’Ignazio di Loyola (magis)

è oggi portata avanti nella nostra Università anche

grazie all’impegno della Commissione per la Qualità

Sant’Ignazio di Loyola era convinto della capacità di crescita di ognuno, spingendo a fare sempre meglio e di più (magis) nello sviluppo delle proprie capacità. Fedele allo spirito del suo fondatore, la Pontificia Università Gregoriana desidera dare impulso ad un processo di miglioramento continuo della qualità nei servizi e nell’offerta formativa. L’istituzione della Commissione per la Qualità (2008) mira a promuovere questo obiettivo. Anche l’adesione della Santa Sede al Processo di Bologna spinge in questa direzione, nell’intento di perseguire e realizzare alcuni obiettivi quali «l’attenzione alla qualità come valore intrinseco e necessario per la ricerca e l’innovazione in ambito universitario».

 

Sensibilizzare e coinvolgere

Presieduta dal Vice Rettore Accademico, Mark A. Lewis S.I., la Commissione è composta da sei professori di differenti unità accademiche, due rappresentanti del personale amministrativo e due studenti, nonché dal Segretario esecutivo, Dott.ssa Mabel Mercado. Gli ambiti considerati come oggetto della qualità sono la ricerca, l’offerta formativa, le risorse formative a disposizione degli studenti, l’attività formativa esaminata nella sua efficacia ed efficienza, l’adeguato funzionamento delle strutture. La Commissione intende creare e promuovere una cultura della qualità, che aiuti ad approfondire la nostra identità e il senso di appartenenza all’istituzione, rendendo partecipe e corresponsabile tutta la comunità universitaria nei processi di valutazione della qualità.

Tra le altre attività condotte di recente dalla Commissione vi sono state la revisione delle Norme di Etica Universitaria e delle Norme sul Plagio, nonché la creazione di un protocollo da seguire nei casi di plagio. La Commissione ha inoltre elaborato delle linee guida e dei protocolli per le pubblicazioni dei docenti, definendo i criteri di scientificità degli scritti, i requisiti circa le pubblicazioni per la promozione dei docenti, per il Liber Annualis, ecc.

 

La “spirale virtuosa” della valutazione

Lo scorso anno la Commissione per la Qualità ha avviato il processo di autovalutazione dell’Università nelle sue diverse componenti accademiche e amministrative. Tale processo viene denominato analisi SWOT, ossia l’analisi dei punti di forza (Strengths), delle debolezze (Weaknesses), delle opportunità (Opportunities) e delle minacce (Threats). 

Ciascuna unità accademica, mediante un lavoro in piccoli gruppi formati da studenti e docenti, si è dedicata alla stesura dell’analisi relativa al proprio campo di azione. Questa analisi è stata vissuta come una opportunità per migliorare la qualità e una esperienza positiva di dialogo all’interno di ciascuna unità. Anche per le unità amministrative è stata un’occasione di dialogo e progettazione per migliorare sempre di più i servizi offerti alla comunità universitaria.

Nell’anno accademico 2020-2021 le diverse unità accademiche e amministrative hanno lavorato sul Rapporto di Autovalutazione (RAV) che pone particolare attenzione su riflessione, analisi e autocritica costruttiva. Poiché l'obiettivo è il miglioramento della qualità, è stato necessario formulare strategie e propositi per migliorare il lavoro dell’Istituzione. Il RAV contiene sia aspetti descrittivi sia dati quantitativi, oltre a una dettagliata analisi dei punti di forza e dei punti deboli dell’Università. Infatti il Rapporto non descrive semplicemente lo stato attuale dell’Università, ma contiene anche una valutazione “globale” della stessa.

Il Rapporto di Autovalutazione sarà presentato all’AVEPRO, l’Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della Qualità delle Università e Facoltà Ecclesiastiche, durante il prossimo anno accademico. In seguito l’Agenzia invierà una commissione di esperti per valutare e promuovere la qualità nella nostra Università.

«Si tratta di attivare una “spirale virtuosa” permanente», spiega la Dott.ssa Mercado. «L’obiettivo è far sì che, al termine di un ciclo di valutazione, l’Università si conosca, ponendosi degli obiettivi e verificando in che misura è in grado di raggiungerli, e quindi cresca. La valutazione è un processo che si costruisce insieme, il cui valore non consiste soltanto nel giudizio prodotto, ma anche e soprattutto nel processo compiuto per produrlo».

Altri strumenti utili per promuovere la qualità sono i risultati delle valutazioni dei corsi e dei seminari che gli studenti compilano alla fine di ogni semestre, come pure i questionari di soddisfazione che la Gregoriana sottopone ogni due anni agli studenti, ai professori e al personale amministrativo.

 

Qualità della didattica e pandemia

Nell’antica Ratio Studiorum della Compagnia di Gesù si invitano i Provinciali a scegliere i professori utilizzando come criterio non solo la scienza, ma considerando pure quali sono i più «diligenti, appassionati e interessati al progresso degli studenti, sia nelle lezioni sia nelle altre attività dello studio». «Potremmo definire il compito dei docenti utilizzando la metafora biblica della navigazione», spiega P. Mark Lewis. «Nel Primo Ciclo l’obiettivo è insegnare agli studenti a navigare, condividendo la nostra conoscenza della materia. Nel Secondo Ciclo formiamo nuovi marinai, condividendo la nostra passione per la verità. Nel Terzo Ciclo cerchiamo di comprendere insieme come migliorare la barca, perché il nostro modo di insegnare è imparare, ossia attraverso la pratica della ricerca». 

Anche la sfida dell’insegnamento in forma mista imposto dalla pandemia ha richiesto a tutto il corpo docente la capacità d’imparare secondo nuove modalità. Da un sondaggio condotto tra i docenti sulla didattica al tempo del Covid dopo i primi mesi della pandemia è emersa l’esigenza di offrire una settimana di formazione e aggiornamento sulla didattica mista. La settimana – che ha registrato un alto numero di adesioni, con circa 200 partecipanti a conferenze, seminari, e ben quarantadue gruppi di lavoro – si è svolta all’inizio dell’anno accademico e all’inizio del secondo semestre, e si ripeterà ogni anno come offerta di formazione/aggiornamento per i docenti.

La cultura della qualità ci spinge ad avere una sempre maggiore apertura, trasparenza e disposizione ad affrontare i problemi per risolverli, cercando di avere delle priorità e di attuare scelte mirate a breve e lungo periodo per il magis. L’obiettivo che si vuole raggiungere è collocare gli studenti al centro della nostra vita universitaria e far sì che ogni componente della realtà universitaria sia destinato e operi al loro servizio.