P. René Latourelle, il "padre della Teologia Fondamentale"

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CARMEN APARICIO | Facoltà di Teologia

di CARMEN APARICIO

Facoltà di Teologia

Consapevole del cambiamento socio-culturale in corso,
P. Latourelle pubblicò diversi scritti caratterizzati da una riflessione teologica
in dialogo con la postmodernità. 
Il suo decanato si è caratterizzato
per l’apertura intellettuale e per la comprensione del lavoro universitario.
Aprì la Facoltà di Teologia alle donne, introdusse l’insegnamento
in italiano e nominò i primi professori non gesuiti.

P. René Latourelle S.I. ci ha lasciato il 16 novembre 2017. Era nato a Montreal (Canada) il 28 ottobre 1918 in una famiglia che dava grande importanza alla formazione umana e cristiana dei sei figli. A diciannove anni entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù e nel 1950 fu ordinato sacerdote. Nello stesso anno conseguì il dottorato nella Facoltà di Storia dell’Università di Montreal.

Nel 1951 completò gli studi teologici a Montreal e nel 1954 venne a Roma per ottenere il dottorato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana. Durante i suoi anni di formazione ebbe l’intuizione dell’importanza di approfondire la relazione tra la nozione biblica e quella teologica della rivelazione, intuizione incoraggiata da H. Bouillard e H. de Lubac, che Latourelle incontrò a Parigi nel 1953[1]. Questa ricerca la portò avanti nella sua dissertazione per il dottorato La révélation chrétienne: notion biblique, notion théologique, realizzata sotto la direzione di P. Dhanis e difesa nel 1956. Nel 1957 pubblicò la seconda parte della tesi conseguendo così il grado di dottore in teologia.

Ritornato in Canada, dal 1956 al 1959 insegnò Teologia Fondamentale al Collegium Maximum NN. Immaculatae Conceptionis a Montréal, dove raggiunse il grado di Professore Ordinario. In quegli anni assunse la direzione della rivista Sciences ecclésiastiques[2], poi chiamata Science et Esprit. Nell’anno accademico 1959-1960 verrà trasferito a Roma, dove insegnerà alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana fino al suo emeritato nel 1989. Nel 1962, diventò Decano della Facoltà di Teologia, carica che svolgerà in tre periodi diversi: 1962-1964, 1970-1976, 1982-1985. Dal 1973 al 1989 è stato consultore della Congregazione per l’Educazione Cattolica.

 

La riforma della teologia in Gregoriana

A conclusione del suo percorso accademico alla Gregoriana ritornò in Canada, ma il suo lavoro teologico non si fermò. Consapevole del cambiamento socio-culturale in corso, pubblicò diversi scritti caratterizzati da una riflessione teologica in dialogo con la postmodernità, scritti che allo stesso tempo manifestano che la sua riflessione teologica ha avuto come centro Gesù Cristo, centro della sua vita. Esempio di questo è il suo libro L’Infini du sens: Jésus-Christ, dove presenta, tra l’altro, delle note autobiografiche.

Il suo decanato si è caratterizzato per l’apertura intellettuale[3] e per la comprensione del lavoro universitario. Non sono pochi i cambiamenti avvenuti in questi anni nella Facoltà di Teologia, tra di essi la creazione di un “decanato”, l’apertura della facoltà alle donne, l’insegnamento in italiano invece che in latino, la nomina dei primi professori non gesuiti.

Latourelle non è stato perito conciliare, anche se in quegli anni fu consultore di alcuni vescovi e teologi. Dopo il Concilio ha promosso e collaborato direttamente nella riforma degli studi teologici alla Gregoriana, istituendo i tre cicli oggi in vigore (baccalaureato, licenza e dottorato)[4]. È da ricordare l’orientamento del primo ciclo che ha collocato al suo posto lo studio della Sacra Scrittura[5] e l’introduzione della teologia fondamentale tra le specializzazioni della licenza. 

Il suo lavoro accademico ha portato a una riforma della teologia fondamentale al punto che spesso Latourelle viene ricordato come “il padre della Teologia Fondamentale”. Sono molteplici i suoi articoli e contributi sull’argomento; sono degni di menzione «La théologie fondamentale à la recherche de son identité»[6], articolo scritto in collaborazione durante gli anni della riforma degli studi teologici, e «Démémbrement ou renouveau de la théologie fondamentale»[7]dove Latourelle affronta il problema della dispersione in cui può trovarsi la Fondamentale. Su questo argomento continuerà a scrivere fino alla fine del suo lavoro accademico.

 

Dall’apologetica all’autorivelazione di Dio

Le pubblicazioni di P. Latourelle sono tantissime. Alcuni studiosi della sua opera la dividono in tre tappe: prima del Concilio, dopo il Concilio, opere collettive. La tappa preconciliare possiamo dividerla in due momenti, spaccati dalla tesi dottorale in teologia. Il primo periodo, segnato da molti scritti su S. Jean de Brébeuf, avrà un influsso sul metodo teologico seguito dal nostro autore, dove la comprensione storica avrà un luogo significativo. Nel secondo momento troviamo i primi scritti sulla rivelazione e la teologia fondamentale.

La sua opera più conosciuta e significativa è Teologia della Rivelazione, editata per la prima volta nel 1963[8]. La seconda edizione, del 1966, fu completata con alcuni lavori fatti da Latourelle in quegli anni e rivista alla luce della Dei Verbum. L’opera ha avuto più di 30 edizioni ed è stata tradotta in cinque lingue, superando i centomila esemplari[9]. Ha segnato lo studio della teologia fondamentale di varie decadi e presenta tratti della rivelazione cristiana che, sebbene oggi siano acquisiti, rappresentavano una grande novità.

Nella sua tesi la prima cosa che colpisce è che lo studio della rivelazione parte dal fondamento biblico, cosa che in quel momento non solo rappresentava un’importante novità, ma che ci fa capire la comprensione del fare teologia che segna il lavoro di Latourelle. Altre novità significative di questo lavoro sono il superamento di un trattamento estrinsicista, proprio dell’apologetica, dando passo a una visione della rivelazione come autocomunicazione e autorivelazione di Dio. In essa viene recuperata la centralità di Cristo e l’importanza della storia e del linguaggio, tutte dimensioni riprese nella Dei Verbum e che oggi sono al centro dello studio di una teologia della rivelazione.

 

Cristo “Segno che da senso a tutti i segni”

Questo studio continuò ad essere arricchito come mostrano diversi articoli pubblicati in quegli anni e che poi verranno inseriti nelle edizioni successive della Teologia della Rivelazione. Si tratta di L’idée de Révélation chez les Pères de l’Église[10], che diventerà la parte II di Teologia della Rivelazione e di La Révélation comme parole, témoignage et rencontre[11], studio molto significativo perché queste categorie diventeranno una particolarità del linguaggio di rivelazione assunto da Latourelle. A questi, bisogna aggiungere Miracle et Revélation[12], e Église et parole[13] che si trovano nella parte V della stessa opera.

Uno dei punti che Latourelle recupera nel suo studio sulla rivelazione è la centralità di Cristo, il Segno che dà senso a tutti gli altri segni, tema approfondito nella sua opera Christ et l’Église signes du salut (1971), preceduta da diversi articoli sul tema dei segni della rivelazione e sul segno della santità. Accanto a questo bisogna ricordare la trilogiaL’accès à Jésus par les Evangiles: histoire et herméneutique (1978), L’homme et ses problèmes dans la lumière du Christ (1981), Miracles de Jésus et théologie du miracle (1986), dove approfondisce la teologia dei “segni” di credibilità del cristianesimo. In questi volumi Latourelle sottolinea che i due punti di riferimento della teologia, cioè la Parola di Dio e l’ascolto del mondo, non sono in opposizione ma si richiamano.

Tra le opere collettive sono degne di menzione Problemi e prospettive di teologia fondamentale (1980 e aggiornato nel 1982)[14]Vaticano II: bilancio e prospettive, venticinque anni dopo (1962-1987) (1987), Dizionario di teologia fondamentale (1990)[15]. In esse si trovano autori di grande autorevolezza e, oltre a vedere chiaramente la competenza in materia, si coglie anche la grande capacità di collaborazione di P. Latourelle.

Senza dubbio Latourelle ha dato un contributo necessario alla Teologia Fondamentale, in un momento chiave sia per il rischio della sua scomparsa nei programmi di teologia, sia per la necessità di un orientamento chiaro, recuperando la centralità di Cristo e l’ascolto del mondo.

 

 


[1] Cfr. R. LatourelleL’Infini du sens: Jésus-Christ, 25.

[2] Prima aveva fondato la rivista Jésuites Canadiens (1948), allo scopo di aiutare economicamente gli studenti gesuiti (cfr. R. LatourelleL’Infini du sens: Jésus-Christ, 20).

[3] Uno dei segni di questa apertura è l’aver chiamato come invitati noti professori di teologia e filosofia provenienti da diversi paesi come A. Dulles, H. Bouillard, G. Martelet, K. Rahner, X. Zubiri, W. Kasper e altri (cfr. A. Restrepo SierraLa revelación según René Latourelle, 17).

[4] Prima gli studi teologici erano divisi in due tappe. Cfr. A. Restrepo SierraLa revelación según René Latourelle, 16.

[5] Questa riforma ha diviso le materie di studio attorno tre grandi temi: cristologia, ecclesiologia e antropologia.

[6] Publicato in Gregorianum 50 (1969) 757-776.

[7] Publicato in Concilium 46 (1969) 29-37.

[8] Origine di questo testo è la tesi dottorale.

[9] Dati presi da R. LatourelleL’Infini du sens: Jésus-Christ, 29 e da A. Restrepo SierraLa revelación según René Latourelle, 15.

[10] Articolo pubblicato in Sciences Ecclésiastiques 11 (1959) 297-344. 

[11] Articolo pubblicato in Gregorianum 43/1 (1962) 39-54. 

[12] Articolo pubblicato in Gregorianum 43/3 (1962) 492-509.

[13] Articolo pubblicato in Sciences Ecclésiasiques 15 (1962) 195-211. 

[14] Editato insieme a G. O’Collins.

[15] Editato insieme a R. Fisichella.