Esercitarsi nella "presa della parola"

Iniziative per il Sinodo 2021-2024 / Centro Fede e Cultura "Alberto Hurtado"

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MARIA BIANCO – LUCA LUNARDON – STEFANO MARCHIONNI | Centro Fede e Cultura

di MARIA BIANCO – LUCA LUNARDON – STEFANO MARCHIONNI

Centro Fede e Cultura "Alberto Hurtado"

Il Centro Fede e Cultura “Alberto Hurtado” ha dedicato i Martedì della Gregoriana del secondo semestre 2021-2022 al tema della sinodalità. Sono intervenuti Riccardo Battocchio e Filippo Gridelli sul sensus fidei, Dario Vitali e Serena Noceti sul popolo di Dio, Pierluigi Consorti e Andrea Grillo sul processo sinodale alla prova del Codice; infine, Stella Morra e Marianella Sclavi si sono interrogate su quali pratiche siano in atto nel processo sinodale.

In continuità con le riflessioni maturate nel corso delle conferenze, sono stati proposti due Laboratori per creare uno spazio d’incontro e ascolto vicendevole, a partire da quanto emerso nel corso delle conferenze. Con le parole del Prof. Giuseppe Bonfrate, intervistato da L’Osservatore Romano, i Laboratori sono stati «immaginati come autentico esercizio di sinodalità, nella speranza di coinvolgere, insieme, docenti, dottorandi e persone interessate provenienti dall’esterno del mondo accademico. Ci siamo accorti che non basta l’assegnazione di parola, per quanto necessaria, a liberare le voci emarginate. C’è bisogno, soprattutto, di offrire spazi che vanno difesi, curati, in cui le persone avvertano il riconoscimento della dignità di parola e possano finalmente apprendere a esprimerla, sentendosi efficacemente parte di un cammino comune». Per permettere l’avvio dei lavori sono state preparate delle tracce sintetiche di riflessione, accompagnate da domande per comunicare ai partecipanti più che dei contenuti una modalità di lavoro nella quale innestare le proprie considerazioni.

Il primo Laboratorio ha portato alla luce alcune tensioni creative intorno alla sinodalità: tra una parola che ci supera e una parola che emerge solo mediante il confronto fra noi; tra comunione statica e una sinodalità itinerante; tra universalità e uniformità (a proposito della cattolicità); tra ascolto di tutti e ascolto concretamente realizzabile; tra comunione intorno all’ascolto e comunione intorno a una decisione; tra Ecclesia docens ed Ecclesia discens; tra autorità come ultima parola e autorità come modalità per “far crescere” il prendere parola; tra decisione presa democraticamente e con-senso; ed infine, tra gerarchia e popolo di Dio, quando la prima è intesa come qualcosa di distinguibile rispetto al secondo.

Il secondo Laboratorio è iniziato mettendo in evidenza quanto emerso nel corso del primo incontro e sottolineandone sia le logiche di comprensione vicendevole che le trazioni dovute a punti prospettici differenti. Il lavoro comune è stato sia di legatura che di confronto a partire dalle esperienze di ciascuno e ciascuna del cammino sinodale. Non è mancato il timore – ma anche il coraggio – di affermare che alcune modalità in tali esperienze si sarebbero potute attuare meglio. Allo stesso tempo, è apparsa chiaramente la consapevolezza che la questione che emerge con più forza nelle diverse situazioni non è il metodo di lavoro (o se sia più importante il processo o il documento conclusivo), ma ciò che accadementre attiviamo il processo e poi riceviamo il documento.

E ciò che è accaduto in Università vede proprio emergere questo duplice aspetto: stupirsi di essere protagonisti di un processo e della realizzazione di un documento a conclusione di questo; documento inteso poi come ulteriore apertura. Fondamentale è stato, per i partecipanti, aver avuto l’autorità di prendere parola per costruire un sapere comune. Per i docenti del Centro Hurtado, i Laboratori sono stati incentivo non solo per continuare a riflettere sulla sinodalità e a creare luoghi per praticarla, ma anche per aprire spazi in cui attuare il metodo del Laboratorio su altre questioni importanti per la vita di fede.

 

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