Garantire a tutti l'accesso allo studio

Intervista a P. Joseph Xavier, S.I., Delegato del Rettore per le Borse di studio

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PAOLO PEGORARO | Direttore Editoriale

di PAOLO PEGORARO

Direttore Editoriale

L’Ufficio Borse di Studio si presenta oggi bene organizzato, con linee guida chiare, fortemente inclusivo e attento alle esigenze di tutti. Garantire l’accesso allo studio a quanti vivono situazioni di bisogno è un criterio che si è reso sempre più evidente. Cresce il sostegno al mondo laico e alla formazione femminile.

Sono circa ottomila le borse di studio che la Gregoriana ha elargito a partire da quando, quasi 25 anni fa, si cominciò a dare un assetto più formale agli aiuti offerti agli studenti. Ma il loro numero, come pure le donazioni ad esse destinate, è andato aumentando sempre più negli anni. Basti pensare che nell’anno accademico 2020-2021 – l’ultimo del quale si hanno dati definitivi – quasi uno studente su sei ha beneficiato di un aiuto economico: 516 borse assegnate (362 studenti e 154 studentesse) su un totale di 2.803 studenti, per un ammontare complessivo di oltre 734mila euro. Le Facoltà maggiormente riguardate sono Teologia (184 borsisti), Scienze Sociali (143) e Filosofia (45). Numeri importanti, che certificano un’attenzione concreta per includere nei percorsi formativi il maggior numero di richiedenti possibile.

«L’attività legata al sostegno allo studio è connessa in modo naturale con ogni istituzione che si occupi di formazione e che voglia assicurare a tutti l’accesso allo studio. Tale esigenza emerge in modo ancor più netto nel mondo della Chiesa, e l’Università Gregoriana non poteva e non voleva sottrarsi a questo importante e fondamentale compito», sottolinea P. Joseph Xavier S.I., Delegato del Rettore per l’Ufficio Borse di studio. «Pertanto nel 1998, con l’aiuto di benefattori, fu creato un Fondo per l’assegnazione di borse di studio destinate a coprire principalmente le spese di iscrizione di studenti in condizioni economiche disagiate, che si preparavano per essere evangelizzatori nei loro Paesi e che erano considerati meritevoli in virtù del rendimento accademico. Negli anni, tale attività si è sempre più sviluppata, grazie anche al crescente contributo dei benefattori dell’Università. Dopo un periodo di transizione abbastanza lungo, l’Ufficio Borse di Studio si presenta bene organizzato, con linee guida chiare, fortemente inclusivo e attento alle esigenze di tutti».
 

E oggi?

«Possiamo affermare con soddisfazione che il numero degli studenti aiutati a vario titolo è aumentato notevolmente rispetto alle origini e che, soprattutto, è cambiata la natura dell’aiuto offerto. Se la maggioranza delle borse di studio continua ad essere finalizzata al pagamento delle tasse accademiche, non mancano casi in cui il sostegno allo studio diventa più pregnante e va a comprendere anche le spese di vita, che costituiscono spesso un ostacolo rilevante alla scelta di studiare a Roma.

In questa direzione va pure il Fondo Sostegno Studi al Consorzio (FSSCV), un’altra importante fonte di elargizione di borse di studio istituito nel 2017 dal P. Generale presso la Curia Generalizia dei Gesuiti per promuovere la formazione dei responsabili pastorali delle Chiese più disagiate. È evidente che da anni l’attenzione verso chi è in condizione di bisogno è divenuta centrale nella gestione delle risorse a disposizione e che tale criterio affianca in modo considerevole il giudizio meritocratico».

L’Ufficio Borse di Studio di una università pontificia ha una “marcia in più” – se così possiamo dire – rispetto al suo corrispettivo in una università statale?

«Cerchiamo di fare del nostro meglio per rendere il tutto meno “burocratico”. Inoltre, in quanto istituzione ecclesiastica, abbiamo un approccio pastorale ai bisogni degli studenti. La nostra preoccupazione è quella di aiutare tutti, senza assolutizzare il criterio del rendimento accademico. Aiutiamo la persona in difficoltà, come ci insegna la parabola del Buon Samaritano del Vangelo. Siamo sempre aperti alle richieste di aiuto autentiche, che si tratti di tasse accademiche o di spese di sostentamento, nei limiti delle risorse disponibili».
 

Nell’A.A. 2020-2021 quasi un sesto degli studenti ha beneficiato di una borsa di studio: una cifra altissima. Si può fare una stima di quante borse di studio ha elargito l’Ufficio dalla sua nascita? 

«Complessivamente – dal 1998 allo scorso anno accademico, l’ultimo di cui è possibile avere i dati definitivi – annoveriamo più di 8mila borse assegnate e pensiamo con gioia di aver contribuito alla formazione di tanti studenti e, attraverso di loro, di aver partecipato attivamente alla crescita delle chiese locali».

 

Ci sono delle tendenze che si sono potute osservare negli ultimi anni?

«La natura dei beneficiari si è delineata in modo più chiaro negli anni, sia in merito alla provenienza che allo status: le borse di studio vengono assicurate a tutti, anche a coloro che appartengono al cosiddetto “primo mondo”, ma l’attenzione verso chi proviene da realtà estremamente povere e bisognose è andata sempre più crescendo. Si è delineata inoltre una forte apertura verso nuove generazioni di studenti provenienti dai Paesi storicamente meno presenti nel mondo delle università pontificie. Anche per ciò che concerne lo status, è sempre più consistente il sostegno al mondo laico, con particolare attenzione alla formazione femminile».
 

Quali sono i requisiti per accedere alle borse di studio? 

«Requisiti e modalità sono dettagliatamente descritti sul nostro sito web. L’unica indicazione che mi sento di trasmettere a coloro che cercano aiuto è che esaminiamo ogni richiesta che ci viene presentata con spirito pastorale».

Le storie degli studenti raccontano la situazione delle chiese locali. Cosa vi colpisce? 

«Negli anni, anche negli ultimi tre del mio mandato come Delegato del Rettore, sono tante le storie di difficoltà emerse, che non possono essere ignorate. Il confronto costante con tutti i nostri studenti ci induce ad impegnarci nella nostra quotidianità sia cercando di trovare soluzioni personalizzate per i loro bisogni, sia offrendo totale e completa collaborazione alle istituzioni che si occupano del reperimento delle risorse, in particolare la Gregorian University Foundation (Washington D.C. – Toronto – Roma) e il Freundeskreis der Gregoriana, attivo in Germania. Nulla di tutto ciò che è stato costruito in questi anni sarebbe stato possibile senza l’alacre attività di sostegno da loro svolta e senza i numerosi e fedeli benefattori dell’Università, a cui va il nostro sentito ringraziamento».
 

Conservate contatti con gli studenti borsisti? Avete un “polso”, per così dire, del loro operato una volta che rientrano nei loro Paesi di origine o alle loro missioni?

«Sì e no, ma anche se perdiamo di vista la vita dei nostri studenti, siamo convinti che l’aver partecipato alla loro formazione integrale abbia lasciato un segno tangibile che emergerà nelle loro scelte future, ed è quello che più conta. Certo non manca chi continua a mantenere i contatti con noi, per lo più per gli auguri nei periodi delle feste. E qualcuno ci scrive per ringraziarci. Accogliamo e ricambiamo con gioia le manifestazioni di affetto dei nostri ex alunni».

Come si può contribuire a sostenere uno studente borsista della Gregoriana?

«È una grande cosa se una persona generosa è pronta ad aiutare uno studente. Possono contattarci personalmente per telefono o email (06 6701.5271 – [email protected]). Il nostro ufficio facilita in ogni modo i singoli benefattori a trovare i candidati più adatti per assegnare il contributo donato. Ci assicuriamo che i beneficiari manifestino il loro ringraziamento, soprattutto nel periodo natalizio, e, quando possibile, organizziamo incontri conoscitivi».