Sinodalità e teologia

Iniziative per il Sinodo 2021-2024 / Dipartimento di Teologia Fondamentale

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MARÍA CARMEN APARICIO VALLS | Dipartimento di Teologia Fondamentale

di MARÍA CARMEN APARICIO VALLS

Dipartimento di Teologia Fondamentale

Anche la XXII Giornata del Dipartimento di Teologia Fondamentale ha partecipato al cammino sinodale. Riproponiamo la sezione conclusiva dell’intervento della Prof.ssa Carmen Aparicio Valls, che conclude l’insegnamento in Gregoriana con il conferimento del titolo di Professoressa Emerita.

Il documento della Commissione Teologica Internazionale sulla sinodalità presenta due sfide per la teologia: pensare la fede all’ascolto della Parola di Dio e dei segni dei tempi e fare una teologia sinodale. 

  • 1. L’ascolto della Parola e dei segni. Il teologo non si può accomodare in ciò che è già detto, perché l’ascolto della voce di Dio – sempre antica e sempre nuova – ci porta a riflettere sullo stesso contenuto di fede tenendo presenti i segni dei tempi, il grido dell’umanità, la voce di chi non ha voce, la voce del nostro tempo per ridirla in modo che faccia nascere l’attrazione per Qualcuno già presente in noi, anche se la Sua presenza non sempre è scoperta e accettata. Per portare avanti questo compito è necessario l’ascolto, ma anche il dialogo e il discernimento. 
  • Un esempio chiaro di questo processo lo troviamo in Atti degli Apostoli 17. Quando arriva ad Atene, l’apostolo Paolo freme dentro di sé, ma supera il primo sentimento ed esce, va a trovare credenti in Dio e non credenti, tutti. Si mette in ascolto e così riesce a risvegliare il desiderio – e forse anche curiosità – di conoscere ciò che è venuto ad annunciare. Paolo ha saputo cogliere qualcosa degli ateniesi: sono molto religiosi. E trova un punto di incontro: annuncia loro il Dio ignoto che già viene adorato in Atene. Tuttavia Paolo non cade nel sincretismo, perché non si tratta di accomodare l’annuncio a ciò che si vuole sentire. E infatti trova una difficoltà. Quando annuncia la Risurrezione di Cristo, alcuni lo deridono, altri non gli credono, pochi lo seguono. È un processo interessante. Per trovare il punto di incontro sono necessari l’ascolto, il dialogo e il discernimento.
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  • 2. Fare una teologia sinodale. L’altra sfida è fare una teologia sinodale. Questo suppone fare una teologia dove l’ascolto, il dialogo e il discernimento siano presenti. Superando gli individualismi. La teologia sinodale non ha paura di riflettere, anche con il rischio di sbagliare, ma sapendo che insieme vogliamo trovare il modo migliore per approfondire e dire la fede.

Il Papa, nella Veritatis gaudium offre quattro criteri fondamentali per il rinnovamento degli studi teologici. […] e infine aggiunge una dimensione che è presente in un vero processo di sinodalità: affrontare il conflitto. Non è facile, ma una teologia sinodale si deve confrontare per forza con ciò che è diverso e persino contradittorio. E qui sono ancora più necessari l’ascolto della Parola, l’apertura allo Spirito e il discernimento. Se il contrasto e la difficoltà si vivono con spirito ecclesiale, portano alla conversione. Per questo, ai quattro principi indicati in Veritatis gaudium, oserei aggiungerne un quinto: la conversione, la capacità di uscire da noi stessi e di darci la possibilità di rinnovarci. Non si tratta di seguire l’ultima moda, ma di lasciarsi guidare dallo Spirito. 

Forse si tratta di capire che la ricerca teologica non è fatta solo in biblioteca, ma che deve mettere in contatto il lavoro più arduo con l’ascolto e il dialogo più “attuale”. Altrimenti la teologia sarà sterile, come è successo in alcuni momenti della storia. Sono convinta che la teologia fatta in questo dialogo offre sempre elementi validi per il futuro.