Studi ecumenici, un'occasione per crescere insieme

Intervista a P. Philipp G. Renczes, S.I. Decano della Facoltà di Teologia

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PAOLO PEGORARO | Direttore Editoriale

di PAOLO PEGORARO

Direttore Editoriale

Studiare le varie tradizioni cristiane è importante, ma studiarle insieme è passare alla marcia superiore. La nuova Licenza permetterà a studenti e professori di differenti confessioni di confrontarsi personalmente, grazie ai suoi numerosi seminari, condotti sempre a due voci, e ai viaggi-soggiorno all’estero

Una nuova specializzazione della Licenza in Teologia, nella quale studenti cattolici e di altre tradizioni cristiane potranno studiare insieme, fianco a fianco, sotto la guida di professori che appartengono alle diverse denominazioni cristiane. È quanto offre la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana a partire dall’Anno Accademico 2022-2023 con la nuova Licenza in Teologia con specializzazione in Teologia comparata delle tradizioni cristiane e Studi ecumenici. Questo percorso biennale mira a fornire una solida e ampia piattaforma per lo studio delle tradizioni teologiche delle diverse confessioni cristiane e a promuovere, all’interno della Facoltà, lo sviluppo di una rete di dialogo ecumenico.

Il programma vuole essere innovativo anche nel metodo, caratterizzato da uno spirito di “Università in uscita” all’incontro con l’altro grazie allo studio in comune e agli innovativi “corsi-esperienza”. «Già soltanto nella fase di preparazione è stato molto bello poter cogliere le reazioni positive e il desiderio di voler collaborare con grande disponibilità – vorrei direi anzi entusiasmo – da parte dei professori di altre tradizioni cristiane», osserva P. Philipp G. Renczes S.I., Decano della Facoltà di Teologia. «Un segno della considerazione di cui gode la Gregoriana anche al di fuori del mondo cattolico».

 

Il nome della nuova Licenza è duplice, per così dire: si parla infatti di “Teologia comparata delle tradizioni cristiane” e di “Studi ecumenici”. Perché?

«L’espressione “Teologia comparata delle tradizioni cristiane” si richiama alla metodologia specifica di questa Licenza: approfondire la conoscenza di diverse tradizioni cristiane attraverso il confronto e lo scambio reciproco in un ambiente accademico che offre uno spazio di libertà e il privilegio di scoprire territori sconosciuti o precedentemente inesplorati.

L’espressione “Studi ecumenici” rimanda alla tradizione della Gregoriana di favorire e promuovere l’incontro ecumenico, nel desiderio di voler crescere verso una ritrovata unità nella Chiesa».

 

Come si inserisce questa nuova Licenza nell’offerta accademica della Facoltà di Teologia?

«La Licenza è ancorata al Dipartimento di Teologia Dogmatica, ma attingerà anche all’offerta dei corsi degli altri Dipartimenti – Teologia Biblica, Teologia Fondamentale, Teologia Morale – e anche al Dipartimento di Teologia Patristica e Tradizione dei padri per approfondire lo studio della teologia della Chiesa prima dei grandi scismi che caratterizzano la cristianità oggi. Lo studio dell’epoca patristica è senz’altro importante. Il comitato di professori che hanno sviluppato questo progetto – Michelina Tenace, Etienne Vetö, Keith Pecklers e William Henn, oltre a me – ha dato un ruolo importante al passare in rassegna le radici da cui si dispiegano le varie denominazioni cristiane. Inoltre, per quanto riguarda la Tradizione Cristiana Orientale, ci avvarremo della collaborazione del Pontificio Istituto Orientale».

 

I professori non saranno soltanto cattolici, però. E nemmeno gli studenti. Come lavorerete insieme?

«Mi sembra che questo percorso abbia come punto forte e vera novità proprio lo studiare insieme. Già in molti luoghi, una confessione cristiana studia l’altra, ma vorremmo che studiassero insieme e per un tempo esteso, cioè la durata di un percorso di una Licenza, gli studenti delle tre grandi tradizioni: cattolici, ortodossi e riformati. È ben diverso studiare i testi di altre tradizioni insieme a coloro che ne hanno la visione dall’interno, o insieme a quanti scoprono i nostri testi e ci pongono domande nuove.

Così com’è ben diverso che i docenti degli stessi seminari appartengano a diverse tradizioni. I professori del comitato hanno curato per lungo tempo relazioni con studiosi di altre tradizioni cristiane, e questo ci ha permesso di creare un programma che si appoggia proprio sulla collaborazione diretta di professori non cattolici. I “seminari a due voci” – pilastro centrale e cuore della formazione in questa Licenza – saranno dati sempre da un professore cattolico e da un professore di un’altra tradizione cristiana. Insegnare insieme, vedere gli accordi e talvolta anche i disaccordi che si esprimono in modo dialogato, aiuta davvero gli studenti a entrare nelle diverse tradizioni».

 

Oltre a questa forte impronta seminariale, che impone un numero chiuso di partecipanti, vi sono anche i “corsi-esperienza”. In cosa consistono?

«Il nostro desiderio era unire la competenza di docenti di diverse confessioni in varie aree rilevanti per la teologia e per la vita ecclesiale, con l’esperienza vissuta di approfondimento ed arricchimento attraverso lo scambio reciproco. Abbiamo quindi pensato a questi corsi-esperienza, cioè a dei viaggi-soggiorno di alcuni giorni presso seminari o centri di studio accademici delle altre tradizioni. Ogni anno includerà un viaggio-soggiorno diverso – alternando Paesi di tradizione ortodossa e di tradizione riformata – così che nel biennio della Licenza ogni studente potrà vivere entrambe le esperienze. È così che si creano relazioni e amicizie. Speriamo che nel tempo il network di università si amplii, perché sogniamo una generazione di teologi che si formano insieme, e che possano continuare a lavorare insieme nel corso degli anni. Sono sicuro che questo potrà contribuire significativamente al rinnovamento della teologia stessa e alla crescita dell’unità nella Chiesa».