Pragmateia. Fare filosofia con i classici

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Simone D'Agostino | Facoltà di Filosofia

di Simone D'Agostino

Facoltà di Filosofia

L’iniziativa “Pragmateia” consente agli studenti  di confrontarsi
con i classici della filosofia in modo vivo e personale. Attraverso un lavoro
di lettura e di attualizzazione, essi propongono poi agli studiosi specializzati
domande che diventano parte delle conferenze finali, rendendole
contemporaneamente più dinamiche e personalizzate.

Da una riflessione interna alla Facoltà di Filosofia in vista di migliorare la coerenza degli eventi proposti con i propri percorsi accademici, è nata l’iniziativa “PRAGMATEIA. Fare filosofia con i classici”. Non si tratta semplicemente di un ciclo di lezioni tenute da eminenti studiosi, ma di un incontro e di un confronto che corona il lavoro svolto dagli studenti nel corso del semestre. Durante il terzo anno del Baccalaureato viene infatti chiesto agli studenti di leggere integralmente – accompagnati da un tutor, attraverso degli incontri settimanali personali – un classico della filosofia, esercitandosi sia nella lettura critica del testo, sia nella capacità di attualizzarlo. Il lavoro personale culmina ora in un incontro con uno specialista dell’autore esaminato, nel quale gli studenti del terzo anno sono protagonisti con le loro domande, inviate in anticipo al relatore.

Leggere e pensare con i classici
Perché si sono voluti chiamare questi incontri “PRAGMATEIA”? Il termine pragmateia indica sia i grandi trattati filosofici, sia l’esercizio proprio dello studio (la radice pragma- rimanda a un “fare”), cioè la dimensione di applicazione e di impegno che emerge durante il confronto serrato con il testo. Il sottotitolo che abbiamo scelto – “Fare filosofia con i classici” – ci ricorda poi che si impara a filosofare mettendo i piedi nelle orme dei maestri. Filosofare, “fare filosofia” – che è ben diverso da “imparare delle filosofie” – è qualcosa che si comprende proprio grazie all’impegno e allo sforzo di capire. Per questo nel terzo anno del Baccalaureato, durante ogni semestre, gli studenti leggono integralmente un grande classico della filosofia sotto la guida di un tutor. Il dialogo con i classici e l’applicazione alla lettura rigorosa dei testi hanno una radice storica tanto nella tradizione gesuitica – nelle Costituzioni di sant’Ignazio di Loyola (n. 470) – quanto nella tradizione della Facoltà di Filosofia della Gregoriana.

 

 

Domandare e discutere insieme
L’impegno della lettura non è però un mero sforzo individuale. Come abbiamo detto, la lettura è accompagnata da un incontro settimanale con un tutor, cioè uno studente di livello più avanzato che ha già letto e conosce l’opera. Ogni settimana lo studente legge una parte dell’opera e si incontra con il tutor per parlarne. Questa scelta vuole rispecchiare il metodo delle scuole filosofiche antiche, dove il pensiero si forma anche attraverso un dialogo vivo. Il ruolo del tutor, inoltre, non si esaurisce nell’aiutare lo studente nella comprensione del testo, quanto più nell’aiutarlo a valorizzare il suo vissuto personale nel corso di questo lavoro. Quello che ci interessa domandare agli studenti è questo: tu, come persona vivente, con le tue domande, la tua vita, come ti sei lasciato interrogare da questa lettura? Cosa ti ha detto? Qual è la sua attualità? Non vogliamo ridurre la lettura monografica a un apprendimento di nozioni estranee, ma far sì che vengano calate nella propria vita e si cerchi di farle interagire con essa.

Già da prima dell’istituzione degli incontri di PRAGMATEIA, questo passaggio era assicurato con un elaborato scritto, nel quale lo studente, guidato dal tutor, spiegava come la lettura dell’opera fosse riuscita a trasformarlo o a interrogarlo. Oggi, oltre all’elaborato, agli studenti è richiesto di formulare alcune domande a partire dalle quali lo studioso che sarà invitato a tenere la conferenza di fine semestre preparerà il proprio intervento. In questo modo la conferenza non sarà qualcosa di calato dall’alto, magari in maniera fredda e molto tecnica, ma il proseguimento di un dialogo implicito, che si è già instaurato. Inviare le domande in anticipo è qualcosa di inusuale, che ha sorpreso positivamente i relatori e ha portato l’incontro su un binario ben superiore a una consueta “conferenza”.

 

 

In dialogo con altre discipline
Il primo classico affrontato quest’anno è stato il Trattato teologico-politico di Baruch Spinoza (18 gennaio 2023), filosofo studiato durante il corso di Storia della filosofia moderna, con una conferenza conclusiva del Prof. Francesco Toto sui libri XII-XIV, riguardanti la Sacra Scrittura. Nel secondo semestre ci siamo rivolti invece alla filosofia contemporanea; complice l’anniversario della morte di Jacques Maritain, ci si è rivolti all’opera La persona e il bene comune con una conferenza conclusiva del Prof. Giovanni Grandi (16 maggio 2023). La scelta dei due testi è stata guidata anche dal tema della Giornata di studio della Facoltà (23 marzo 2023), organizzata insieme al Dipartimento di Teologia Biblica, sui temi della giustizia, del perdono e della politica. Nelle Giornate di studio della Facoltà di Filosofia si vuole infatti ragionare in termini di interdisciplinarità, e affiancare un relatore teologo a un relatore filosofo vuole avvicinare due Facoltà i cui studenti, molto spesso, si formano nell’una per poi passare all’altra. Ha quindi senso chiedersi se la Bibbia e la filosofia hanno qualcosa da dirsi, e se il Dio letto tramite la teologia e il Dio letto tramite la filosofia hanno un qualche legame. Va in questa direzione anche il convegno che celebrato con la Facoltà di Teologia lo scorso 23 novembre 2023 sulla figura di Blaise Pascal, il filosofo che più di ogni altro tematizzò il tema del «Dio dei filosofi» e del «Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe».