Educare al dialogo interreligioso. Sfide ed opportunità

Ambrogio Bongiovanni, Educare al dialogo interreligioso. Sfide ed opportunità, Aracne, Roma 2019

 

Il libro interessa non solo specificamente il corso di “Pedagogia del dialogo interreligioso” offerto dalla Facoltà ma anche tutti i temi che riguadano la formazione missiologica in vista di un impegno attivo nel dialogo interreligioso e nell’incontro con altre culture.

Uno degli ambiti specifici di studio e ricerca della Facoltà di Missiologia è infatti quello del dialogo interreligioso, cui si dedicano particolari energie e competenze secondo varie prospettive culturali e disciplinari ed in collaborazione con il Centro Studi Interreligiosi

 

Breve sintesi tratta dall’ Introduzione dell’autore

 

«La necessità di una educazione più sistematica al dialogo va inquadrata in una più generale necessità di ripensamento della formazione teologica e missiologica in vista di quella “trasformazione missionaria della Chiesa” e di una realtà di “Chiesa in uscita” — da anni auspicata ma che nello stesso tempo ha spesso trovato resistenze — ora però finalmente ribadita con forza e chiarezza da Papa Francesco. Infatti, per rispondere a questo invito missionario all’“uscita”, c’è bisogno prima di tutto di capire come innovare l’attuale processo formativo teologico e religioso, riconsiderando l’importanza degli studi missiologici, al fine di fornire risposte adeguate alle sfide del nostro tempo, alla nostra realtà globalmente pluralista e portare ad un livello esperienziale e di vissuto le teorie e le riflessioni sul dialogo. Nel Proemio della recente Costituzione Apostolica Veritatis Gaudium pubblicata nel 2018, Papa Francesco ha messo in luce la necessità di un aggiornamento della formazione negli aspetti metodologici auspicando una maggiore interdisciplinarietà tra le varie aree ed una maggiore attenzione ai risvolti pastorali. (…)» p. 20

 

«Questo mio piccolo saggio riprende e aggiorna il tema già trattato ampiamente altrove ed in particolare alcuni anni fa nel mio volume Il dialogo interreligioso. Orientamenti per la formazione4, proponendo sinteticamente per un pubblico più ampio una riflessione sul ruolo dell’educazione — teologica e missiologica — a partire da una teologia del dialogo, ovvero da una teologia che emerge dalla riflessione sull’esperienza delle relazioni con membri di altre tradizioni religiose e da una rivisitazione di alcune delle categorie fondamentali coinvolte nel dialogo interreligioso. Rispetto alla precedente pubblicazione, l’intento è qui mettere in luce alcuni concetti ed un approccio educativo che sono stati da me sperimentati e maturati negli ultimi quindici anni circa, dando buoni risultati e riscontrando interesse nell’ambito del mio insegnamento in varie Università e in seminari di formazione di base in Italia, India e Sri Lanka (…)» p.21

 

Recensione di Valentino Cottini, Islamochristiana 45 (2019), 427-428 – PISAI, Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica, Roma.

 

Un piccolo libro agile e leggibilissimo per un tema importante e di assoluta attualità: l’educazione al dialogo interreligioso. Ambrogio Bongiovanni può parlare con competenza dell’argomento, avendo maturato una lunga esperienza sia di insegnamento sia direttamente sul campo, soprattutto in India. La chiesa – e non solo la chiesa – ha preso coscienza che il dialogo tra le religioni è una necessità: non solo in vista della costruzione della pace mondiale, come sostiene il magistero ecclesiale in particolare dopo il Concilio Vaticano II, ma come dovere e come necessità intrinseca della sua stessa missione. In questo senso, “sarebbe riduttivo continuare a intendere il dialogo tra le varie tradizioni religiose semplicemente, o semplicisticamente, come ‘strumento’, ‘strategia’ o metodo per la pace, piuttosto esso va considerato come un valore in sé, come un modo di vivere e interpretare la propria fede nel nostro tempo in uno stile di convivenza pro-attivo tra i membri, in cui gli interlocutori si riconoscono reciprocamente degni di ascolto da parte dell’altro” (p. 25). Per questo emerge con prepotenza la necessità della formazione. C’è un assoluto bisogno di persone che siano preparate e formate per essere in grado di vivere e di operare da cristiani in un mondo globalizzato e segnato dalla pluralità delle culture e delle religioni.

Il libro è composto di sei brevi capitoli che sviluppano con coerenza il tema di fondo. Dopo l’introduzione (cap. I), il cap. II espone “il contesto attuale”, il cap. III “la riflessione ecclesiale sull’educazione al dialogo interreligioso”, il cap. IV “il posto del dialogo interreligioso nell’ambito della formazione teologica e missionaria”, il cap. V alcune “proposte pedagogiche per una ‘cultura del dialogo’”, il cap. VI alcuni “elementi ed obiettivi caratterizzanti l’educazione al dialogo”. Chiudono il libro una bibliografia essenziale e l’indice dei nomi.

Se l’autore segnala giustamente che nel campo dell’educazione al dialogo interreligioso la chiesa cattolica non si è ancora impegnata a fondo, soprattutto nel curriculum di formazione teologica dei futuri operatori pastorali, sarà utile leggere il capitolo terzo (pp. 27-41), nel quale sono elencati puntualmente i pronunciamenti ecclesiali più importanti sull’argomento, a partire dall’enciclica Ecclesiam suam di Paolo VI e dal Concilio ecumenico Vaticano II fino al magistero di Francesco. Ciò che il Papa attuale scrive nell’enciclica Evangelii gaudium e nella recentissima costituzione apostolica Veritatis gaudium circa le università e le facoltà ecclesiastiche prosegue e rilancia il tema dell’educazione al dialogo. Ci sarebbe ampio spazio per pensare e formulare in maniera sistematica una “teologia del dialogo” nella formazione degli operatori pastorali, in vista di costruire insieme a tutte le istanze della società una “cultura del dialogo”, nella quale tutte le persone, a qualsiasi religione appartengano, siano considerate soggetto con cui relazionarsi e ascoltarsi reciprocamente e non oggetto di studio o entità da cui prendere le distanze, in nome di una presunta superiorità o di un presunto possesso della verità. Per questo non bastano le presentazioni – pur necessarie – delle singole religioni: serve piuttosto una formazione del soggetto, che sia nello stesso tempo forte nella propria religione e aperto all’accoglienza della narrazione dell’“altro” nella sua irriducibile diversità. Un processo complesso ma profondamente fecondo.

Condivido pertanto quanto afferma il Card. Fitzgerald nella prefazione: “Questa nuova pubblicazione di Ambrogio Bongiovanni sarà di grande aiuto per comprendere l’importanza del dialogo interreligioso, la necessità di un’adeguata formazione al dialogo e, auspicabilmente, una pratica più ampia di questo dialogo” (p. 15).