Fondi librari
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Il patrimonio librario della Biblioteca supera i 650.000 volumi, di cui 200.000 disponibili a scaffale aperto e 450.000 conservati nei 6 piani della Torre libraria e nel Deposito Traspontina. I settori di specializzazione riflettono le aree disciplinari specifiche dell’Università: teologia, diritto canonico, filosofia, storia e beni culturali della Chiesa, missiologia, scienze sociali, spiritualità e psicologia, arte e letteratura.
Tutte le collezioni sono catalogate e reperibili attraverso il catalogo; i 5 cataloghi cartacei a schede sono stati chiusi il 30 settembre 1992.
Tra i fondi speciali della Biblioteca quello più intimamente legato alla storia dell’Università è naturalmente il Fondo Tesi dottorali. La raccolta è costituita da circa 20.000 dissertazioni provenienti da numerose istituzioni accademiche italiane ed estere, molte delle quali gesuitiche. Tuttavia, il Fondo trova il suo centro gravitazionale nelle circa 7.000 tesi difese presso la Pontificia Università Gregoriana a partire dal 1934, dunque dall’alba della rifondazione dell’Università nella sede di Piazza della Pilotta. La Biblioteca, che custodisce pure l’antico schedario cartaceo per autore e per argomento, riceve in duplice copia dalla Segreteria Generale gli elaborati consegnati dagli studenti, siano essi versioni integrali o estratti. Mentre le seconde copie sono conservate nella Torre libraria, le prime, rilegate per Facoltà, sono collocate a scaffale aperto in un’apposita saletta raggiungibile dal ballatoio della sala di lettura storica. Preziosa testimonianza della ricerca universitaria fatta in quasi un secolo, il Fondo si presta a molteplici filoni di indagine; inoltre esso serba anche alcuni “cimeli” di grande interesse come gli elaborati di celebri ex alunni della Gregoriana.
Il Fondo Agiografico conservato dalla Biblioteca è attualmente costituito da circa 2.000 documenti emanati dalla Congregazione delle cause dei santi, il Dicastero vaticano che sovraintende alla procedura canonica delle cause di beatificazione e di canonizzazione. La Costituzione apostolica Divinus Perfectionis Magister promulgata da Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983 e le rispettive Normae servandae in inquisitionibus ab Episcopis faciendis in causis sanctorum del 7 febbraio 1983, oltre ad aver riformato la procedura delle cause di canonizzazione, hanno dato un nuovo assetto alla Congregazione che è stata dotata di un Collegio di Relatori con il compito di curare la preparazione delle Positiones super martyrio oppure super vita, virtutibus et fama sanctitatis dei Servi di Dio. La Positio è un documento (o una collazione di documenti) usato nel processo canonico e raccoglie i risultati dell’inchiesta diocesana che viene sottoposta all’attenzione della Congregazione. La Biblioteca riceve regolarmente da decenni le emanazioni della Congregazione delle cause dei santi e con esse ha costituito il ricco Fondo Agiografico conservato sul primo ballatoio della Sala Distribuzione. I documenti posseduti sono solo in parte catalogati e la natura stessa della raccolta, con la sua forte connotazione in divenire, richiede un particolare trattamento bibliografico che sarà il focus di un futuro progetto.
Il più consistente tra i fondi speciali della Biblioteca è anche quello che ha la storia più interessante perché di grande interesse è la storia del suo fondatore: la collezione è il Fondo Wetter, il suo fondatore è il Gesuita austriaco Gustav Andreas Wetter. Nato a Vienna nel 1911, nel 1930 entrò nell'Istituto Russicum e cominciò i suoi studi alla Pontificia Università Gregoriana. Nel 1943 ottenne la cattedra di filosofia russa all’Istituto Orientale indirizzando la sua ricerca sullo sviluppo del Marxismo-Leninismo in Russia e sui principali filosofi marxisti. Nel 1944 tenne una serie di conferenze sul Materialismo e in poco tempo fu riconosciuto come uno dei pensatori occidentali più autorevoli sull’argomento. Nel 1948 vide la luce la prima edizione del suo Der dialektische Materialismus, seine Geschichte und sein System in der Sowjetunion che fu pubblicato in italiano con il titolo Il Materialismo dialettico sovietico da Giulio Einaudi, editore notoriamente di sinistra. La sua opera ebbe diffusione internazionale e lo consacrò non solo nel mondo accademico religioso, ma anche in quello laico, spesso indifferente oppure ostile ai valori ebraico-cristiani. I suoi studi e i tanti contatti internazionali gli diedero la possibilità di allestire al Russicum una biblioteca di valore mondiale dedicata al tema. Il trasferimento in Gregoriana, dove insegnava già dal 1954, creò le condizioni per la fondazione nel 1970 del Centro studi marxisti cui fu collegata la preziosa raccolta libraria che aveva portato con sé. Durante gli anni successivi la collezione si andò ulteriormente arricchendo e lo ha fatto fino alla morte del suo fondatore avvenuta nel 1991, raggiungendo la ragguardevole cifra di 42.000 volumi. Quello che naturalmente oggi si chiama Fondo Wetter è un nucleo ampio e organico di opere riguardanti il Marxismo e in particolare la filosofia marxista, il Bolscevismo e il Comunismo sovietico e internazionale, l’ateismo contemporaneo. È innegabile che questo Fondo, per la sua storia e per la sua localizzazione nella Biblioteca della Gregoriana, dunque nel cuore della Roma papale, rappresenta una realtà davvero unica che deriva probabilmente da un’esperienza irripetibile.
Il Fondo Seminario Scienze sociali è quanto sopravvive della lunga tradizione delle raccolte librarie costituitesi in seno alle Unità Accademiche della Gregoriana e mantenute per decenni separate dalla Collezione documentaria della Biblioteca. Questi nuclei librari tematici, che si incrementavano su impulso dei Docenti con le opere più direttamente legate all’insegnamento, venivano solitamente ospitati in aule adiacenti ai Decanati, spazi che fungevano da aule per l’insegnamento e per lo studio. Periodicamente poi i volumi passavano in Biblioteca per far posto alle pubblicazioni più recenti e più legate all’uso corrente. I Seminari restarono spazi fondamentali per gli studenti almeno fino all’ampliamento della Biblioteca avvenuto nei primi Anni 80 con l’annessione della grande Aula V. Alla concentrazione degli studenti seguì la concentrazione dei nuclei librari dei Seminari che furono progressivamente incorporati nella Collezione libraria della Biblioteca, tutti tranne la raccolta legata al Seminario di Scienze sociali. Il Fondo scaturì dalla grande espansione che gli studi sociologici ebbero nelle università a partire dagli Anni 50 e 60 del Novecento; dal 1972 si legò alla nuova Facoltà di Scienze sociali che, pur focalizzando il proprio interesse di ricerca sulla Dottrina Sociale della Chiesa, ha sempre prestato grande attenzione a tutti gli ambiti delle Scienze sociali: la Sociologia, le Scienze politiche, l’Economia e l’Antropologia. Il Fondo Seminario di Scienze sociali solo per avventura non ha avuto la stessa sorte dei suoi omologhi: con i suoi circa 8.000 volumi fu di fatto impossibile incorporarlo nella sezione della Torre libraria dedicata alle Scienze sociali e pertanto venne collocato separatamente, prima in un ambiente adiacente alla Sala lettura storica e poi, in anni recenti, nel Deposito Traspontina dove ha trovato posto accanto agli altri fondi speciali della Biblioteca.
All’indomani della promulgazione da parte del Concilio Vaticano II della Nostra aetate, il cui tema principale è il rapporto della Chiesa Cattolica con le religioni non cristiane, con particolare riferimento al riconoscimento del senso religioso nella vita di ciascun uomo e al vincolo che lega il Cristianesimo all’Ebraismo, un gruppo di vescovi ed esperti si riunisce per discutere l’applicazione della dichiarazione; in quella sede viene costituito il SIDIC (Service International de Documentation Judéo-Chrétienne) e si procede immediatamente all’allestimento di una biblioteca specializzata. Nel 2002 il SIDIC trasferisce la propria sede presso la Pontificia Università Gregoriana all'interno della quale il Centro Cardinal Bea per gli studi giudaici svolge una consolidata e riconosciuta attività scientifica e di ricerca nel campo degli studi giudaici fin dal 1979. Con la chiusura del Servizio di documentazione, effettiva dal 15 luglio 2009, la Congregazione religiosa di Nostra Signora di Sion, da sempre affidataria del SIDIC, dona alla Gregoriana tutto il patrimonio documentario raccolto, esprimendo il desiderio che tale lascito sia mantenuto nella sua unità e sia reso disponibile al pubblico. L’8 settembre 2009 il Rettore formalizza l’accettazione ad accogliere ed integrare il patrimonio documentario del SIDIC nella Biblioteca della Gregoriana; vengono dunque trasferiti oltre 6.000 documenti che nei mesi successivi sono via via integrati nel catalogo. Oggi il Fondo SIDIC, l’unico corrente tra i fondi speciali della Biblioteca, è conservato nel Deposito Traspontina ed ha raggiunto la consistenza di circa 8.000 volumi; esso rappresenta uno dei più importanti nuclei librari sul tema delle relazioni ebraico-cristiane, contribuendo in maniera determinante alla ricerca nell’ambito degli studi giudaici.
Il Fondo è costituito dalla biblioteca privata di Giuseppe Vedovato, studioso di politica internazionale e storico delle istituzioni giuridiche, Deputato dal 1953 al 1972 e Senatore della Repubblica dal 1972 al 1976 con esperienza pluriennale al Consiglio d’Europa di cui è stato Presidente onorario, un uomo, insomma, che per oltre mezzo secolo ha avuto un ruolo da protagonista nella cultura italiana ed europea. Generoso benefattore della Gregoriana, nel 2001 dona alla Biblioteca la sua raccolta privata di circa 4.600 volumi e la collezione completa della Rivista di studi politici internazionali, rivista fondata a Firenze nel 1934 e di cui Vedovato è stato direttore dal 1947 al 2005. Il tratto che meglio contraddistingue il Fondo librario è la sua apertura internazionale e il preciso disegno che rivela nella sua strutturazione: contribuire ad una migliore conoscenza degli ideali e delle realtà europee e mondiali nell’ambito delle discipline giuridiche, costituzionali, diplomatiche, storiche, politiche, sociali ed economiche, senza alcuna preclusione verso i diversi orientamenti culturali. Il Fondo Vedovato è conservato nel Deposito Traspontina insieme agli altri fondi speciali della Biblioteca e con le sue specializzazioni va ad arricchire la Collezione principale nei settori delle scienze umane e sociali. Pensando a questo innesto, nella presentazione del catalogo a stampa del Fondo, volume pubblicato nel 2005, Vedovato rievoca una suggestiva visione della biblioteca tratta da Robert Musil: «Entrato in quella colossale profusione di libri mi parve di essere entrato nell’interno di un cervello; tutt’intorno nient’altro che scaffali con le loro celle di libri; libri su libri; c’era davvero odore di fosforo cerebrale, e non credo di illudermi se dico che avevo l’impressione di essere arrivato a qualcosa»; e proprio usando questa potente immagine, augura ai fruitori presenti e futuri del Fondo di indagarlo ed utilizzarlo con la certezza di “essere arrivati a qualcosa”.
Nel biennio 1987-1988, come Presidente onorario del Consiglio d’Europa, Giuseppe Vedovato raccoglie a Strasburgo un importante fondo librario il cui centro gravitazionale è l’Europa del XX secolo. La collezione documenta gli eventi chiave della storia novecentesca e il loro influsso sulla società contemporanea; in essa ampio spazio è dato alla riflessione storico-politica e all’Europeismo, oltre che alla produzione scientifica e pubblicistica sul tema della “grande Europa”, costruzione basata sulle comuni radici cristiane e sugli ideali che alla spiritualità cristiana fanno riferimento. Il fondo, scaturito da due collezioni private acquistate da Vedovato, sarà costantemente arricchito nel corso degli anni e diventerà fin da subito un importante centro di documentazione e di ricerca. Avendo fondato nel maggio del 2003 presso la Facoltà di Scienze sociali il Seminario permanente di studi sull’etica delle relazioni internazionali, nel 2007 Vedovato dona alla Biblioteca della Gregoriana l’intera collezione documentaria conservata presso il Palazzo d’Europa a Strasburgo, riconoscendo con questo atto la vocazione della Gregoriana all’universalità e la sua fedeltà all’intenzione di Ignazio di Loyola che la concepì come “Universitas Omnium Nationum”. La collezione che da Strasburgo giunge a Roma è quasi raddoppiata rispetto al nucleo originario; nel 2008 ne viene avviata la catalogazione che andrà avanti per cinque anni fino alla completa integrazione delle opere nel patrimonio documentario della Biblioteca. Nel marzo del 2012, a poche settimane dalla scomparsa di Vedovato, viene stampato un Bollettino tematico per onorarne la memoria in occasione del suo centesimo compleanno. Il Fondo BEV (Biblioteca Europea Vedovato), la cui consistenza si attesta su circa 18.000 volumi, ha trovato posto nel Deposito Traspontina accanto al Fondo Vedovato e agli altri fondi speciali della Biblioteca; la sua presenza a Roma, dove hanno sede numerose istituzioni e organismi internazionali direttamente interessati ai temi coperti dalla collezione, rappresenta un’importante occasione di studio e di ricerca mantenendosi in tal modo fedele al progetto culturale del suo fondatore.
Il Fondo Fagiolo dell'Arco, donato alla Gregoriana nel 2006 da Maria Beatrice Mirri, ha arricchito il patrimonio documentario della Biblioteca in un settore disciplinare, quello dell'arte, di antica tradizione nell'ambito degli studi accademici. Nella collezione della Biblioteca il settore dei libri d'arte è piuttosto rilevante ed è su questa base che si inserisce la donazione della “biblioteca barocca” di Maurizio Fagiolo dell’Arco. Il Fondo rispecchia a pieno gli interessi culturali ed artistici del suo creatore, insigne storico dell'arte, collezionista e bibliofilo: le opere raccolte tracciano chiaramente i percorsi della sua storia professionale e indicano i contenuti culturali della sua attività, sia nell'ambito degli studi d'arte che in quello del collezionismo. Il fulcro tematico del Fondo è il Barocco, ripercorso attraverso i numerosi cataloghi degli artisti che ne sono stati i protagonisti e indagato in tutti i suoi aspetti, alcuni dei quali, come la “festa barocca” e gli “apparati effimeri” che la caratterizzano, inediti e portati alla ribalta grazie agli studi dello stesso Fagiolo dell'Arco. Nonostante le opere raccontino questa straordinaria stagione artistica sia nella sua evoluzione italiana che europea, chiara è la volontà di rendere omaggio soprattutto alla declinazione romana del Barocco, considerata una delle manifestazioni più fulgide di questo stile. Le stesse coordinate sono attribuibili agli scritti sulla Compagnia di Gesù e sul contributo fondamentale che i Gesuiti hanno dato nella definizione dello stile artistico del Seicento. Roma in particolare, palcoscenico privilegiato della “festa barocca”, fa da sfondo anche ai numerosi volumi che illustrano la magnificenza di chiese, di ville e palazzi, di monumenti, di piazze e fontane. Molte sono le opere che tracciano la storia del collezionismo, a partire da quello cinquecentesco e seicentesco, tema, questo, molto caro a Maurizio Fagiolo dell'Arco che ha sempre coltivato la sua vocazione collezionistica non tanto per il proprio piacere, quanto per contribuire alla diffusione della cultura e della sensibilità artistica. Il Fondo, di cui nel 2010 è stato pubblicato il catalogo, è costituito da circa 3.000 volumi ed è collocato con gli altri fondi speciali della Biblioteca nel Deposito Traspontina.
Il Fondo Antichi e rari, eredità della Bibliotheca Maior del Collegio Romano, è costituito da circa 35.000 volumi tra edizioni antiche a stampa, edizioni moderne rare e di pregio e periodici di Ancien Régime. Il primo nucleo librario di quella che diventerà la Bibliotheca Maior del Collegio Romano risale alla seconda metà del Cinquecento. La raccolta si accrescerà nei secoli coerentemente con il prestigio del Collegio e sarà alla base della collezione della Biblioteca nuova dei Gesuiti installata nella sede di Piazza della Pilotta nei primi anni Trenta del Novecento. L’annessione di Roma al neonato Stato italiano nel 1870 e la legge di incameramento dell’asse ecclesiastico faranno confluire parte della Bibliotheca Maior nella Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Quanto salvato dalla requisizione stazionò per alcuni decenni a Palazzo Borromeo, incrementandosi in un impeto di rivincita sull’atto dispersivo, per arrivare finalmente nella nuova sede dell’Università nel 1930; secondo le fonti dell’epoca, all’atto inaugurale la Biblioteca nuova consisteva di 150.000 volumi ed era costituita in parte da quello che un tempo si chiamava “Riserva” e che oggi chiamiamo “Fondo Antichi e rari”. Per quanto riguarda i contenuti, la raccolta, nella sua perfetta ed equilibrata trasversalità, testimonia gli ampi interessi e la curiosità intellettuale che hanno sempre caratterizzato gli studi e la ricerca dei Gesuiti. Il suo nucleo più antico è costituito da 50 preziosi incunaboli di cui nel 2008 è stato pubblicato il catalogo. Il Fondo Antichi e rari, il più nobile tra i fondi speciali della Biblioteca, è stato ultimamente oggetto di ricondizionamento ed è conservato in ambiente controllato nel Deposito Traspontina.
Per classificare semanticamente il patrimonio, organizzare la sua conservazione, facilitare il reperimento e la fruizione, la Biblioteca ha ideato due sistemi di classificazione, uno per le opere monografiche e uno per i periodici, che consentono di raggruppare concettualmente e fisicamente i documenti in relazione alle aree disciplinari di specializzazione. I codici di classificazione possono anche essere utilizzati come chiave di ricerca nel catalogo.
Il primo si sviluppa in 910 classi di argomento contrassegnate da un numero arabo, e da numerose sottoclassi individuate da una o più lettere dell’alfabeto.
Ad esempio la classe 15 – Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento è composta dalle seguenti sottoclassi:
Classe | Sottoclasse | Verbalizzazione classe | Verbalizzazione sottoclasse |
---|---|---|---|
15 | A | Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento | Opere generali, manuali, dizionari |
15 | B | Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento | Saggi, varia |
15 | D | Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento | Commenti |
15 | E | Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento | Teologia del Nuovo Testamento |
15 | G | Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento | Studi sui quattro Vangeli |
15 | H | Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento | Studi sinottici e Atti degli apostoli – Fragmenta Q. |
15 | L | Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento | Matteo |
15 | M | Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento | Marco |
15 | N | Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento | Luca: Vangelo – Atti degli Apostoli |
15 | P | Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento | Giovanni: Vangelo, Lettere, Apocalisse |
15 | R | Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento | Paolo: biografia |
15 | S | Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento | Paolo: studi e teologia |
15 | T | Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento | Pietro: biografia e studi |
15 | V | Sacra Scrittura. Studi sul Nuovo Testamento | Vari altri scritti e personaggi del Nuovo Testamento – Epistola agli Ebrei |
Il sistema di classificazione dei periodici, invece, si compone di 26 classi contrassegnate da una lettera dell’alfabeto.
Classe | Disciplina |
---|---|
A | Cultura e informazione |
B | Bibliografia – Biblioteconomia |
C | Teologia – Discipline ecclesiastiche |
D | Diritto |
DD (collocata come D) | Etica – Morale |
E | Ecumenismo – Chiese orientali – Chiese riformate |
F | Filosofia |
G | Psicologia |
GG (collocata come G) | Scienze dell’educazione |
H | Storia |
J | Giudaismo |
K | Arte – Archeologia |
L | Liturgia |
M | Missiologia |
N | Religioni e culture |
O | Islam |
P | Pastorale |
Q | Gesuiti |
R | Spiritualità – Ordini religiosi |
S | Scienze sociali |
T | Scienza – Tecnica |
U | Università e Istituzioni accademiche |
V | Comunicazione e mass media |
W | Marxismo |
X | Letteratura – Linguistica |
Y | Annuari |