Il primo fascicolo della rivista Gregorianum, che non è la rivista più antica della Pontificia Università Gregoriana (Periodica, la rivista di diritto canonico, è nata nel 1911), ha visto la luce nel gennaio del 1920. Ciò accadeva dieci anni prima che lUniversità prendesse possesso del suo nuovo edificio in Piazza della Pilotta (il concordato tra lo Stato Italiano e la Chiesa italiana data 11 febbraio 1929) ed era ubicata ancora in Via del Seminario dove si era istallata dopo la caduta (nel 1870) dello Stato Pontifico e la trasformazione di Roma in capitale del Regno d’Italia. Il trasferimento della Gregoriana da Via del Seminario a Piazza della Pilotta non influì minimamente sulla fisionomia della rivista. Gli autori che vengono pubblicati al nascere dalla rivista sono principalmente professori alla Gregoriana, alcuni lo sono altrove ma in ogni caso si tratta di membri della Compagnia di Gesù. Il primo responsabile della rivista, Giuseppe Filograssi, S.I., esegeta e prefetto degli studi alla Gregoriana, venne inviato quasi subito, nel settembre 1920, a Mondragone, vicino Frascati, come rettore del collegio; lo sostit Domenico Palermo Lazzarini, S.I.; Filograssi offrì poi, una volta tornato in Gregoriana, numerosi articoli a Gregorianum, tra laltro sul dogma dellassunzione della Vergine (nel fascicolo 1954/3, la rivista pubblica un suo interessante studio sulla filosofia e la teologia alla Gregoriana dal 1824 in poi).

Gli scrittori che fanno  eccezione alla regola dell’appartenenza alla Compagnia sono rari: Artur Landgraf (teologo medievista, che sarà vescovo), il primo, a partire dal 1928, è l’unico per anni; affiora la presenza femminile di Anneliese Maier, storica del pensiero medievale in fisica, solo a partire dal 1946. Negli anni successivi la partecipazione dei non gesuiti andrà crescendo, ma non più di tanto, giacché il numero dei professori gesuiti della Gregoriana diminuirà proporzionalmente al numero degli alunni dellUniversità, aumentando quindi il numero dei professori non-gesuiti.

La struttura del primo fascicolo è quella che diverrà globalmente tradizionale negli anni successivi: anzitutto gli articoli, cui seguono le «Note», le recensioni e le «Notizie scientifiche»; all’inizio del 1921 si aggiunge però una quinta sezione chiamata Elenchus bibliographicus e, alla metà dello stesso anno, una sesta, Conspectus  bibliographici,  volgarmente  detta  «Bollettino».  Una  parola  su queste tre ultime sezioni. Le «Notizie scientifiche» raccontano la vita universitaria, particolarmente ma non esclusivamente della Gregoriana; per esempio, il fascicolo 1921/3 annuncia la creazione dellUniversità del Sacro Cuore di Milano, descrivendone le strutture essenziali; sulla Gregoriana, si vedrà nel numero 1920/1 una descrizione di nuovi corsi di «magistero» nella facoltà di teologia, nonché lannunzio della creazione di un «Istituto di Cultura filosofica e religiosa per il laicato» una creazione originale, che diverrà un modello in Italia per i numerosi futuri Istituti di scienze religiose; le «Notizie» fanno anche, talvolta, memoria dei professori dell’Università recentemente mancati. La rubrica sparirà con la guerra ’40-’45, anche se verrà ancora resa regolarmente memoria di alcuni professori deceduti. LElenchus menziona a partire dal 1921, senza commento, i libri recenti di teologia fondamentale, dogmatica e morale scritti secondo la mentalità scolastica; non è da confondere con la lista dei libri ricevuti (Accepta Opera) dalla rivista (tale lista, posta in chiusura di ciascun fascicolo, non è nemmeno segnalata nell’indice di copertina). La rubrica Elenchus sparirà rapidamente, dopo il primo fascicolo del 1928 l’idea di una tale rubrica era infatti, oggettivamente, troppo ristretta.

I Conspectus permettono invece di allargare il campo d’interesse della rivista; questa sezione, realmente preziosa, intende determinare lo status quaestionis di qualche problematica, teologica o filosofica: non si può occultare la fecondità di questa sezione per lapprofondimento dei punti in discussione. I Conspectus non sono un doppione delle recensioni, infatti se un libro è presente in una di queste sezioni non si ritroverà normalmente nellaltra. Una recensione considera un libro come una enti in sé; il Conspectus, situandolo in un insieme, ne mostra la relativa importanza in una discussione viva ciò che stimola per lappunto la discussione e lapprofondimento della riflessione. Nei primi anni della rivista, sono più o meno quaranta i libri distribuiti tra le recensioni e i Conspectus. Ci saranno dei Conspectus o delle rubriche simili, per esempio in filosofia delle scienze o in patristica, fino agli anni 60. Poi il concetto sviluppato nei Conspectus verrà assunto ogni tanto da qualche «Nota» della rivista.

Si noterà che, nella prima pagina dei fascicoli del primo anno, i titoli della struttura della rivista sono in italiano, come daltronde la presentazione generale della rivista: nella seconda di copertina il titolo della rivista viene precisato testualmente come Rivista trimestrale di studi teologici e filosofici. Vengono certo pubblicati testi in altre lingue (latino e italiano nel primo fascicolo e poi altre lingue europee) a seconda delle opportunità e della lingua madre degli autori. Il latino s’imporrà tuttavia lanno successivo come lingua fondamentale: la spiegazione del titolo diverrà Commentarii de re theologica et philosophica, «Articoli» Articuli, «Notizie» Chronica ecc.; il motivo esplicito di questo cambiamento sta nel fatto che il latino è la lingua delle opere di teologia e di filosofia scolastica. Quanto al responsabile legale della pubblicazione (da distinguere dal direttore di redazione della rivista, il cui nome non viene pubblicato prima del 1959 il responsabile legale è responsabile dinnanzi alla legge dello Stato italiano, e quindi necessariamente di nazionalità italiana, quan- do il direttore di redazione potrà essere di altra origine), che si diceva nel 1920 «Gerente responsabile», si nomina nel 1921 Sponsor (poi Curator sponsor dal 1924/4, ma di nuovo, nel 1950/1, Direttore responsabile, in italiano). Va però da che, nonostante il latino sia privilegiato durante i primi anni della rivista, i testi sono pubblicati nelle differenti lingue europee; ma va anche da che, passando la necessità di fare teologia e filosofia nel modo scolastico, limportanza del latino diminuirà fortemente. Il latino verrà abbandonato quale lingua di presentazione della rivista nel 1969/1, d’ora in poi si lascerà perdere la spiegazione Commentari de re theologicae et philosophicae e le istruzioni per labbonamento saranno stampate in italiano e inglese.