1. Periodo di Lovanio

La rivista nasce nell’Università di Lovanio, dove, ai primi del Novecento, il gesuita Arthur Vermeersch insegna teologia morale e diritto canonico. Nel 1911 fonda la rivista e la denomina De religiosis et missionariis supplementa et monumenta periodica. Il contenuto è presentato in due parti:

  • Supplementa, con temi sulla vita religiosa alla luce della dottrina canonica.
  • Monumenta, con la pubblicazione di decreti e altri documenti sui religiosi, pubblicati dai dicasteri della Santa Sede.

2. Trasferimento a Roma

Nel 1919 Vermeersch viene a Roma, chiamato per insegnare alla Pontificia Università Gregoriana. La rivista lo segue e presto si notano i primi cambiamenti. Con il nono volume del 1920 viene denominata Periodica de re canonica et morali utilia praesertim religiosis et missionariis. L’argomento della rivista è sempre incentrato sulla vita religiosa, ma l’interesse si allarga ad altri approcci, non più soltanto quello del diritto canonico, ma anche della teologia morale.

3. Anni successivi

Nel 1927 il cambiamento del titolo della rivista testimonia un nuovo allargamento d’interesse: Periodica de re morali, canonica, liturgica. Si apre così la collaborazione, oltre che ai canonisti e ai moralisti, anche ai liturgisti. Non soltanto, oltre che alla vita religiosa, l’interesse si allarga alla vita di tutta la Chiesa, a quei problemi che possono interessare il diritto canonico, la teologia morale e la liturgia. Nessun argomento prevale sull’altro. Il contenuto coincide con i problemi che in certi periodi emergono nella vita della Chiesa. Inoltre diversi autori che scrivono per la rivista influiscono sulla scelta dei temi e sulla qualità degli articoli. Occorre qui ricordare che prima del Concilio Vaticano II i tre campi di indagine (diritto canonico, teologia morale, liturgia) non hanno tra loro una netta e chiara distinzione come dopo il Concilio.

4. Dopo il Concilio Vaticano II

Dopo il Concilio, tuttavia, la teologia morale e la liturgia affrontano nuovi problemi e così gli argomenti, trattati da queste tre discipline sacre, si distinguono sempre di più. Per ogni disciplina si verifica una sempre maggiore specializzazione, tanto che i moralisti e i liturgisti della Gregoriana cominciano a scrivere su altre riviste più specifiche dei rispettivi campi. Non soltanto, ma la scelta di molti autori è dettata anche dall’uso della lingua: gli articoli di Periodica sono scritti in latino, lingua sempre meno frequentata, mentre altre riviste accettano articoli in lingue diverse. Nella Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Gregoriana il latino continua ad essere la lingua ufficiale. Pertanto i canonisti non trovano alcuna difficoltà. La conseguenza è la perdita progressiva di articoli di teologia morale e di liturgia. Il titolo rimane lo stesso, ma il contenuto ritorna all’originale campo di interesse.

Tra il 1967 e il 1980 la suddivisione in due sezioni si attenua: si dà sempre meno spazio ai Monumenta con informazioni sui documenti importanti della Santa Sede e cresce il numero degli articoli originali. Si comincia anche a pubblicare decreti e sentenze della Segnatura Apostolica e della Sacra Rota Romana.

Intanto cresce anche la presenza di interventi sul ruolo e sul significato dei documenti del Vaticano II e della relativa dottrina. La rivista offre così materiale di approfondimento che diverrà base per il nuovo Codice di Diritto Canonico.

5. Dopo la redazione del Codice del 1983

Dal 1981 al 1992 si completa un lavoro molto importante, la redazione del nuovo Codice. Intanto si riapre la sezione Monumenta, che riporta testi importanti della Santa Sede, in forma di brevi sommari. Il titolo cambia di nuovo, è il terzo nella breve storia della rivista: Periodica de re canonica. Dal 1991 questo nuovo titolo si riadatta al contenuto rinnovato.

Tra il 1993 e il 1995 la rivista apre anche alle altre lingue ufficiali della Gregoriana. Pertanto la maggior parte degli articoli sarà scritta in italiano, ma saranno presenti anche articoli in francese, inglese, spagnolo e tedesco. Naturalmente, per gli autori che lo vogliono, rimane lo spazio aperto per il latino. Non ci sono più i Monumenta, ma si apre una sezione bibliografica. Si dà così modo al lettore di conoscere non soltanto i documenti della Santa Sede (certamente fondamentali per un canonista), ma anche libri, articoli, interventi importanti in materia di diritto canonico. Naturalmente continua l’attenzione ai documenti della Segnatura Apostolica e della Rota Romana.