Malleus haereticorum

 

anagramma_bellarmino
Fig.1 - Anagramma tratto da Giacomo Fuligatti, Vita Roberti Bellarmini [...] Latiné reddita, et aucta a Siluestro Petra Sancta [...], Leida, Ioannes Ouvverx e Leonard Streel, 1626.

L'espressione malleus haereticorum si riferisce al maglio che si usava per diverse attività che richiedevano l'utilizzo di un martello di grandi dimensioni. Potrebbe fare riferimento anche al maglio idraulico medievale o pressa per forgiatura che con ripetuti colpi riusciva a modificare la forma del metallo incandescente senza spezzarlo. Un perché riguardo l'uso di questa immagine lo si trova in Agostino Paoletti: Potrei rispondere che questo istrumento vince la durezza del ferro, lo forbisce dalla ruggine, lo rende pieghevole ovunque gli piace. [...] Il martello è lo istrumento col quale si formano tutte le armi da guerra. [Santuario del p.m. Agostino Paoletti da Montalcino. Gasparo Storti, Venetia, 1678, 411]

 

Sant'Agostino è stato forse il più celebre malleus haereticorum.  Nella vita del santo, scritta da John Capgrave (1393-1464), a causa del confronto con donatisti, manichei e pelagiani Agostino è presentato come: He was an hard hambyr, euyr knokkyng upon hem [heretics] [Life of Saint Augustine by John Capgrave. Brepols, 2001, 67.] Questa attribuzione è già presente nel Milleloquium veritatis Augustini di Bartolomeo da Urbino (? - 1350), nella parte corrispondente agli Elogia in S. Augustinum e con anteriorità in Bernardo di Chiaravalle (Ser. in Cant. 80, 7, PL, 183). Marius Mercator nel suo Commonitorium (431-432) si riferisce a Sant'Agostino come malleus veritatis.

Questo carattere elogiativo dell'espressione malleus haereticorum, in ambito cattolico, perdurerà fino al secolo XVIII. Così, Roberto Bellarmino è indicato da Prospero Farinacci nel suo Tractatus de Haeresi (1621) come haereticorum formidolosissimun fulmen e da Antonio Sandero nelle Elogia cardinalium (1626) come  haereticorum malleus. Oltre San Roberto Bellarmino, tra i santi cui fu concesso questo titolo si trovano Sant'Antonio di Padova e San Pietro Canisio. Il codice dogma/eresia, che troverebbe una sua concretizzazione nella letteratura controversistica, è una delle tante possibilità per descrivere il conflitto e la sua funzione in un determinato sistema sociale. Per la dogmatica cattolica il rifiuto delle sue comunicazioni può essere visto come una opportunità per risignificare, stabilire ulteriori spiegazioni e così garantire la continuità della comunicazione.

Il conflitto rappresentato dalla letteratura controversistica, considerato come rifiuto di una comunicazione, è un modo di continuare a comunicare, vale a dire, assicura la realizzazione del sistema sociale malgrado i "no". È un modo per assorbire le delusioni e non lascia che l'azione violenta prenda il sopravvento. Lungo la storia della scrittura gesuitica può scorgersi la prevalenza di questo tratto conflittuale, dalle "guerre per la verità" del secolo XVII fino alla prima parte del XX. Non sono pochi i frontespizi e le antiporte dei secoli XVII che rappresentano questa dimensione ossidionale della scrittura. Ancora la religione orienta dalla cuspide del sistema gerarchico ció che può e deve essere considerato come "vero".  In questo percorso potrà osservarsi la funzione del conflitto che transita da una società gerarchicamente differenziata, come quella di Roberto Bellarmino, verso una società funzionalmente differenziata come la nostra.

Un esempio di questo transito è l'espressione malleus haereticorum che sarà nuovamente adoperata in occasione della dichiarazione di dottore della Chiesa di San Roberto Bellarmino nel 1931 in La Civiltà Cattolica (L'ultima glorificazione di S. Roberto Bellarmino. Dottore della Chiesa, La Civiltà Cattolica (1931, IV, 200):

Un vento di persecuzione e di lotta soffia da popoli e nazioni contro la Chiesa e il suo Capo visibile, il Papa, contro di Dio e il suo Cristo [...] Primi a sperimentare la ferocia dei nuovi persecutori si trovano quelli [i gesuiti] che alla Chiesa e al suo Capo si sono stretti, indissolubilmente, con un vincolo più forte della morte [...] Bellarmino Dottore quindi speciale del Pontificato romano, quale «martello degli eretici» [...] Dottore della Chiesa universale, per conseguenza il maestro sicuro in tutti tempi e guida bene accertata per tutta l’universalità del popolo cristiano. 

Oggi, la religione è un sistema differenziato (accanto all'economia, al diritto, alla scienza, ecc) e non troverà facilmente l'intercessione della politica per portare avanti le proprie "guerre per la verità". In una società sempre più complessa il conflitto presenta maggiori probabilità per stabilire dinamiche coesive rispetto al consenso.