Sebastiaan Tromp, l'ombra lunga di Bellarmino

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Fig. 1 - Sebastiaan Tromp (1889-1975).

Le prime pubblicazioni di Tromp riguardanti Bellarmino risalgono agli inizi degli anni '30 del Novecento, quando cioè il processo di canonizzazione del cardinale gesuita era ormai terminato e la sua nomina a dottore della chiesa cattolica da parte di Pio XI (1931) era stata appena ufficializzata. Si può dire dunque che, a differenza di Le Bachelet, la sua attività di studioso di Bellarmino non fu legata alla promozione della causa, ma piuttosto a consolidarne il risultato finale e, anche, a continuare a indagare alcuni aspetti della vita e dell'opera del santo rimasti comunque oggetto di polemica. Soprattutto in ambito protestante si continuavano a nutrire molte riserve riguardo la santità del cardinale gesuita e diversi autori non mancarono di pubblicare degli scritti in proposito. Proprio a uno di questi tentava di rispondere il padre Pietro Tacchi Venturi con un volume pubblicato poco dopo la beatificazione, con il quale, documenti alla mano, replicava alle accuse - il titolo era Il beato Roberto Bellarmino: esame delle nuove accuse contro la sua santità (Roma, 1923). 

Tromp non entrò personalmente nella polemica, ma, in maniera analoga a Le Bachelet, si occupò piuttosto di continuare a pubblicare testi di Bellarmino rimasti inediti. Alcuni dei suoi scritti rivelano una particolare vicinanza ad a certi aspetti della teologia bellarminiana e anche al suo operato come uomo di chiesa: nel suo necrologio pubblicato nella rivista Gregorianum, Bellarmino veniva non a caso indicato come il suo "santo prediletto".

Questa predilezione ideale si può rintracciare anche in un'omelia pronunciata nel 1959 durante le celebrazioni con cui annualmente la Gregoriana onorava il suo antico studente e professore: Tromp in questa occasione rifletteva sul rapporto di Bellarmino con l'obbedienza, osservando che anche per lui quest'ultima non fu una "rosa senza spine" (APUG, Fondo Tromp, faldone 21): 

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Fig. 2 - APUG, Fondo Tromp, faldone 21.

Dove è spesso per un professore e uno scienziato il più gran sacrificio dell’intelletto e della volontà? Quando scriviamo cose veramente scientifiche. C’è la censura previa, per la quale si impongono cambiamenti non sempre graditi, anzi può darsi che si proibisce l’edizione di un libro. E se abbiamo trovato qualche cosa originale, fuori della strada ordinaria, c’è il pericolo d’un “miramur”, d’un monito, d’una vituperazione, anzi d’una ritrazione dal commercio, d’una proibizione, d’una nuova edizione, dell’Indice. E allora è necessario il sacrificio del nostro intelletto in umiltà e sottomissione. E anche Bellarmino ha bevuto questo calice amaro.

Per Tromp, non sarebbe sufficiente rinchiudere ingenuamente San Roberto Bellarmino in un così detto "contesto storico". La sua osservazione attualizza Bellarmino, come se le sue vicende personali rispecchiassero  il "calice amaro" dell'ubbidienza che il santo dottore avrebbe dovuto bere.

Stando alla documentazione lasciata da Tromp e oggi conservata nell'Archivio della Gregoriana, la presenza di opere inedite e praticamente pronte per la stampa è davvero impressionante, ancor più se limitiamo l'osservazione alla sola sezione bellarminiana del suo archivio personale. Trattandosi di un lavoro ancora in corso, si elencano di seguito a titolo esemplificativo e senza pretese di esaustività, i lavori inediti più consistenti:

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Fig. 3 - Cartolina datata 22 novembre 1937 scritta da S. Tromp ad Arnaldo Parenti, archivista della PUG, con la quale chiede di poter vedere le carte di Le Bachelet (APUG, Fondo direttori. Arnaldo Parenti, faldone 4, cartella 2).
  • la trascrizione e il commento alle lectiones di Lovanio (1569-1576), il cui manoscritto originale è conservato nell'Archivio generale della Compagnia di Gesù (ARSI, Opp. NN. 234-237): il lavoro di Tromp occupa ben 21 volumi dattiloscritti raccolti alle segnature APUG 2419-2440; nel corso degli anni '30 egli aveva già pubblicato alcuni articoli in cui presentava le prime ricerche svolte su questi manoscritti inediti composti dal giovane Bellarmino
  • la trascrizione di oltre 2.600 lettere inviate e ricevute da Bellarmino durante il cardinalato: questa raccolta venne iniziata da Le Bachelet - si veda in proposito la sezione precedente - che redasse la trascrizione manoscritta di circa 2.200 lettere; Tromp fece battere a macchina tutte queste trascrizioni dal fratello Joseph van den Hoeven (1898-1969) e vi aggiunse ulteriori 400 lettere circa rintracciate nel corso delle sue ricerche, raccogliendole tutte nella collezione che denominò "Epistolae Bellarmini Cardinalis" (oggi completamente digitalizzata e consultabile nella Monumenta Bellarmini)
  • un'edizione critica in 7 quaderni del catalogo della biblioteca del cardinale, i cui volumi furono lasciati alla sua morte al Collegio Romano
  • un minuzioso lavoro di ricerca relativo ai rapporti di Bellarmino con i suoi famigliari - spesso presi a esempio dai suoi detrattori per ostacolarne o bloccarne la canonizzazione
  • un'edizione critica commentata del cosiddetto Index haereticorum, un'opera giovanile e inedita di Bellarmino, composta probabilmente a Lovanio e già studiata da Tromp in occasione della pubblicazione di un suo articolo del 1934

Di tutti questi lavori rimasti inediti si trova menzione all'interno della corrispondenza di Tromp, conservata anch'essa nel nostro Archivio. In alcuni casi sembrerebbe trattarsi di opere composte come supporto o strumento di lavoro da utilizzare per ulteriori ricerche: è ad esempio il caso del catalogo della biblioteca e dell'epistolario, che insieme costituivano una "mappa" fondamentale per orientarsi nel mare magnum dei testi bellarminiani. Talvolta, invece, nella corrispondenza si trovano espliciti riferimenti alla volontà di Tromp di pubblicare alcuni di questi lavori, che però, in mancanza di sostegno da parte della Compagnia, rimasero non pubblicati. Il caso più eclatante in questo senso è quello relativo all'immenso lavoro sulle Lectiones lovanienses, la cui pubblicazione non venne ben accolta dai vertici dell'ordine (si vedano in proposito i documenti in Fondo Tromp, Faldone 24).

 

 

Nota bibliografica e documentaria:

Nel numero  57 (fasc.2) di «Gregorianum» del 1976 venne pubblicato un lungo necrologio di Tromp da parte di J. N. Bakhuizen van den Bink; vari altri obituari sono raccolti nel faldone 21 del fondo Tromp conservato presso l'Archivio storico della Pontificia Università Gregoriana. Questo fondo è diviso in due sezioni: la sezione bellarminiana è in parte inventariata nell'indice disponibile a questo link; tutto il resto della documentazione è raccolta in 30 faldoni e contiene documenti relativi all'attività accademica e di consultore svolta da Tromp, compresa un'ampia corrispondenza. Le pubblicazioni di Tromp relative a Bellarmino sono registrate nella Bibliographia bellarminiana, accessibile e ricercabile a questo link. Sulla biblioteca di Bellarmino e sul lavoro condotto da Tromp su questo argomento, si veda Lorenzo Mancini, "Piccola, ma sufficiente per li miei studi": la biblioteca del cardinale Roberto Bellarmino. Prime ricerche e censimento degli esemplari postillati, «Bibliothecae.it», 10 (2021), pp. 70-174 (disponibile online); del lavoro sull'Index haereticorum si accenna invece nella pagina a esso dedicata nei Monumenta Bellarmini, dove è presente la trascrizione integrale del testo bellarminiano condotta dal prof. José L. Narvaja SJ.