Responsabili di un patrimonio

I fondi che troviamo nell'archivio storico della PUG non si configurano nella classica tipologia archivistica di documenti prodotti da un ente ma sono piuttosto fondi personali. Un patrimonio costituito per lo più da manoscritti di tipologia libraria utilizzato dai maestri gesuiti del Collegio Romano per l'insegnamento e la pubblicazione delle loro opere. Frequentemente l'indicazione del lascito alla Biblioteca viene ribadita nei documenti testamentari, così è nel caso del Fondo Bellarmino.

Nelle pagine dell'edizione del 1624 di P. Giacomo Fuligatti viene ribadita la volontà già espressa nel Testamento da Roberto Bellarmino di lasciare tutto, manoscritti autografi e biblioteca al Collegio Romano. Questo tipo di lascito indica il proposito che quei volumi potessero essere usati dai maestri nelle loro lezioni (Bellarmino tenne la cattedra di Controversiae dal 1576 al 1587) e come strumenti di studio per i gesuiti controriformisti impegnati in una lotta anche editoriale. 

Fig.1 - Testamento del card. Bellarmino. Voltato in italiano, in Giacomo Fuligatti, Vita del cardinale Roberto Bellarmino della Compagnia di Giesù, Roma, Bartolomeo Zannetti, 1624.

Nonostante le intenzioni dell'autore spesso le biblioteche private subiscono una dispersione. Oggi i volumi, stampati e manoscritti, si trovano dispersi in diverse sedi e, sebbene gli esemplari siano contrassegnati con la nota di possesso Colleg. Rom. Soc. Jesu. Catal. Inscript. Bibl. Card. Bellarm. non è sempre facile individuarli tutti. Un altro strumento è l'inventario manoscritto della Biblioteca conservato oggi in ARSI Opera nostrorum 243-II.  di cui è presente in APUG 1642 una copia realizzata da P. X.M. Le Bachelet.1 I documenti di Bellarmino si trovano oggi nell'archivio e nella biblioteca della Pontificia Università Gregoriana, nell'archivio generale dell'ordine e nel Fondo gesuitico della Biblioteca Nazionale centrale di Roma.

La catalogazione

Il primo atto per far emergere una documentazione è quello di descriverla in modo sufficientemente analitico da consentire al ricercatore di soddisfare la sua specifica ricerca. Questa modalità implica tempi lunghi di catalogazione e una descrizione che va aggiornata nel tempo in base a nuovi punti di osservazione. Inoltre è sempre necessario considerare un manoscritto in relazione agli altri documenti a lui affini. Grazie a segni di possesso, segnature, ex libris etc. è infatti possibile ricostruire la storia materiale di un oggetto che non deve essere considerato solo per il contenuto che veicola.

 

Gli interventi di conservazione e restauro

Spesso in occasione di celebrazioni e anniversari si parla di valorizzazione. Va sottolineato come l'attributo di valore non è mai presente nella cosa in sé ma sempre nell'osservazione che viene compiuta su di essa. A chi affronta questi materiali dovrebbe interessare prima di tutto l'osservazione di come sia possibile che a un documento non venga conferito alcun valore fino a un determinato momento che spesso coincide con qualche ricorrenza. Se queste carte assumono una certa importanza solo all'occasione dobbiamo essere consapevoli che stiamo osservando una valorizzazione del tempo (la ricorrenza della nascita o della morte ad esempio) e non dell'oggetto che perderà interesse una volta passato il momento opportuno. 

Le attività di restauro svolte all'interno del laboratorio allestito dall'APUG sono considerate come una opportunità di ricerca sulla materialità del documento e sulle tecnologie disponibili nell'ambito del restauro. In particolare negli ultimi anni ci si è concentrati sulle attività di diagnostica e documentazione.

 

1 L. Mancini, "Piccola, ma sufficiente per li miei studi": la biblioteca del cardinale Roberto Bellarmino. Prime ricerche e censimento degli esemplari postillati. Bibliothecae.it, 2021